L'alba vista dall'alto: una scia di colori profumati del metallo di un volo, diretto a un Dove che si chiama California. Geometrie di emozioni, luci d'Armonia.
Surfin' into the sky, Blue Angel, Blue Angel...
Reach the point where Everything starts...
in California.
Il panorama che si apre allo sguardo del Nuovo, le luci che colorano il cielo, le stesse viste dall'alto, contro le quali si stagliano maestose, e apparentemente immobili, le sagome della skyline di L.A. Ma è un'immobilità che attende di essere descritta, come quella del cuore, prima che ricominci a battere...
It All happens here, in the City of Angels.
Stacco di montaggio
siamo sulla strada, di fronte a un locale.
Ancora quei colori nitidi, stagliati contro il cielo e sull'asfalto, che tracciano percorsi indefiniti, ma già direzionati. Cosa può accadere che nn sia stato scritto?
Tutto, quando siamo a Glendale, e la porta che si apre è quella dell'Ocean Pie.
E il Rock n' Roll sulle corde di una Strato a stelle e strisce profuma di Grandi Spazi, sconfinati Sogni e la voglia di rimanere sempre più giovani di ieri, perché il Tempo non è altro che il battere e il levare del ritmo, e il ritmo è un 4/4 che sa di cuore e fantasia. Sa di reverberi e Surf, sa di Angeli e Ondine…
Stacco e zoom: l'insegna brucia di azzurro ozono, e grida contro il cielo la sua libera espressione.
Là dentro c'è qualcosa che si muove, sagome, vite, sogni. Come in un film degli anni '50, tutto è musica, e movimento.
L'apparente immobilità dello skyline ora è un pentagramma di veloci sussurri in attesa di contatto.
Rock n' Roll!!!
La musica ora è chiara, limpida, ad alto volume, in 4/4.
Da un vecchio juke-box, nuove canzoni tracciano le coordinate per una storia che sta iniziando, mentre altre storie ai lati del palcoscenico sollevano il sipario e aspettano che i monologhi diventino un dialogo a più voci.
C'è una canzone di Neil Young che attende di essere suonata.
”Old man, take a look at my life, I'm a lot like you"...
Dallo specchietto retrovisore la sagoma di un uomo, illuminato fiocamente dalla luce di una streetlight... la strada come simbolo, come allegoria.
La strada come il luogo dove l'impossibile trova la sua indicizzazione. La strada che porta dove vuole, ma in una sola direzione... la strada che fa incontrare angeli e ondine scalze, come una magia Disney, con la colonna sonora dei My Bloody Valentine…
Continua…
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